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Togliere il ciuccio è una delle prime grandi transizioni della vita di un bambino, e può essere un momento difficile sia per il piccolo che per i genitori. Si tratta di un cambiamento che va affrontato con molta pazienza ed empatia nei confronti del bimbo, che viene separato da un oggetto per lui molto importante. Il ciuccio, infatti, assume diversi valori durante la crescita del bambino: passa dall’essere un importante strumento per esplorare il mondo che lo circonda, prima dei 6 mesi, fino a diventare un modo per evocare la vicinanza e il conforto dei genitori.

Arriva un’età, però, in cui lasciare che il bimbo continui a succhiare il ciuccio diventa controproducente, se non addirittura dannoso. Intorno ai 3 anni, infatti, il bambino inizia a sviluppare la capacità di evocare le sensazioni di amore e quiete legate ai genitori anche senza l’aiuto di un oggetto ed è, perciò, proprio questa l’età più indicata per iniziare a separare il bambino dal suo ciuccio. È, inoltre, importante tenere a mente che permettere al bambino di succhiare il ciuccio a lungo può causare una serie di problemi piuttosto importanti sia del comportamento che di sviluppo della bocca. Quando arriva l’età giusta, dunque, bisogna armarsi di pazienza e iniziare lentamente a togliere il ciuccio, senza cedere ai pianti e alle richieste del piccolo.

 

 

Come togliere il ciuccio senza traumi

 

 

I genitori sono sempre alla ricerca di metodi e trucchi per togliere il ciuccio con facilità e senza causare disagi al loro bambino. Purtroppo, però, non esistono scorciatoie, ma solo un paio di principi da seguire: quello della gradualità e quello dell’ascolto.

 

·      Gradualità: evitare ogni genere di strappo improvviso è la cosa più importante da tenere a mente quando si inizia a togliere il ciuccio. Vanno quindi evitati inganni, come far scomparire il ciuccio dicendo al piccolo che è stato perso o che un elfo l’ha portato via. In questo modo si rischia di comunicare al bimbo che il mondo è imprevedibile, causandogli sensazioni di insicurezza e timore.

 

·      Ascolto: è invece indispensabile prendere in considerazione le emozioni del bimbo, senza sminuirle o deriderle. L’ascolto diventa, allora, fondamentale, così come l’autonomia del bimbo nella scelta di abbandonare il ciuccio. Per rendere la separazione meno traumatica, infatti, il bambino dovrebbe essere accompagnato dal genitore verso la decisione autonoma di smettere di utilizzare il ciuccio.

 

Infine, per evitare altre difficoltà, è bene non far coincidere l’abbanono del ciuccio con altri cambiamenti, come la nascita di un fratellino o l’inizio della scuola.

 

Libri per togliere il ciuccio

 

Applicare tutti questi suggerimenti è senza dubbio complicato, ma un libro che permette al bambino di capire perché deve rinunciare al suo amato ciuccio può essere un grande supporto. Vogliamo, perciò, proporvi un titolo che può esservi utile in questa transizione per renderla meno traumatica possibile.

 

·      Passo dopo passo. Tolgo il ciuccio: un dolce libro cartonato scritto in collaborazione con Paola Segantin, maestra e divulgatrice esperta di pedagogia. Perfetto per i bambini che devono togliere il ciuccio e che, seguendo Pandino, potranno comprendere al meglio i perché di questo cambiamento. Il libro sarà anche un sostegno per i genitori che, seguendo l’esempio di Grande Panda, potranno guidare il bambino al meglio.

 

Comunque il vostro bimbo affronterà la separazione dal ciuccio, è importante che voi genitori vi ricordiate che le difficoltà nascono dal grande affetto che il bambino prova nei loro confronti. Il ciuccio, infatti, è per i piccoli un oggetto che ricorda la sicurezza e l’amore di mamma e papà, e che quindi va sostituito con altrettanta dolcezza.

 

Ringraziamo Paola Segantin, che grazie ai suoi preziosi consigli ci ha dato degli spunti per scrivere questo articolo.